Senza reggiseno: Libertà o Trasgressione?
- claudiacounseling
- 5 giu
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 15 lug
Una riflessione su corpo, cultura e scelta consapevole
Recentemente, una mia cliente—una giovane donna sensibile, intelligente, impegnata in un profondo percorso di riconnessione—è tornata in Italia dopo aver trascorso alcuni mesi a Bali.
Durante una visita alla madre, si è sentita rivolgere un commento che l’ha colpita profondamente:
“Non indossare il reggiseno ti fa sembrare una donna senza morale (ehm... piu’ o meno queste le parole...).”
Parole dure.
Pronunciate con un tono che portava con sé ben più di un’opinione personale.
Echeggiavano generazioni di condizionamenti: modestia, controllo, apparenza.
Un messaggio tramandato attraverso cultura e sangue—dove il corpo di una donna deve essere gestito, coperto, rispettabile.
Eppure, durante il suo tempo a Bali, qualcosa è cambiato.
Ha smesso di indossare il reggiseno.
Non per ribellione. Non per attirare attenzione.
Ma perché il suo corpo glielo ha chiesto.
Nel clima caldo e sensuale, immersa in ritmi più lenti e in un senso di agio, ha fatto esperienza di una verità diversa.
Un conforto. Una libertà. Un ritorno.

Il corpo come spazio di sovranità
Nel nostro lavoro insieme, torniamo spesso a questa domanda:
“Sto scegliendo davvero io… o sto solo evitando il giudizio?”
La sua decisione di non indossare il reggiseno è diventata qualcosa di più che una scelta fisica.
È diventata un’affermazione—di autonomia, intimità e verità.
Un modo di ascoltare il corpo invece di modellarlo per compiacere un’idea altrui di accettabilità.
Ma tornare a casa ha riacceso emozioni profonde e familiari:Senso di colpa. Vergogna.Quel vecchio dolore del sentirsi “troppo” o “non abbastanza”.
Questa tensione è qualcosa che vedo riemergere spesso anche nelle donne che attraversano transizioni di mezza età.
Soprattutto in chi si muove tra culture diverse, ruoli differenti, o attraverso fasi di risveglio interiore.
Cosa dice la scienza—e cosa sa il corpo
Ci sono, ovviamente, considerazioni fisiologiche valide.
Possibili benefici dell’indossare un reggiseno:
Supporto fisico, soprattutto per seni più abbondanti o durante l’attività fisica
Prevenzione di fastidi muscolari o articolari
Una sensazione di comfort o professionalità in certi contesti
Possibili svantaggi:
I reggiseni mal calibrati possono limitare la circolazione o il flusso linfatico
Indossarlo per abitudine può ridurre la consapevolezza corporea
Può rinforzare vergogna interiorizzata o disagio verso la forma naturale
Donne che scelgono di non indossare più il reggiseno spesso riportano:
Maggiore tonicità del petto e senso di libertà
Aumento della sensibilità e connessione sensoriale
Una sensazione di riprendersi qualcosa che non doveva mai essere nascosto
Ma qui non si tratta di giusto o sbagliato.
Si tratta di scelta.

Non si tratta del reggiseno. Si tratta di libertà interiore.
Questa conversazione non riguarda davvero la biancheria intima 😄.
Riguarda la sovranità—riscrivere il nostro rapporto con il corpo, un gesto consapevole alla volta.
Per la mia cliente, il reggiseno è diventato un simbolo:
Da un lato, della sicurezza e dell’approvazione ereditata
Dall’altro, dell’emergere di un sé più vero—libero, allineato, vivo
Nei nostri incontri, abbiamo fatto spazio a entrambe le cose:
Al dolore di essere giudicata da qualcuno tanto amato
E all’euforia di scoprire la verità del suo corpo, senza filtri
Essere donna non dovrebbe mai significare scegliere tra rispetto e autenticità
Ciò che auguro a lei—e a ogni donna—è questo:
Che il tuo rapporto con il corpo torni a essere sacro.
Che ogni gesto—anche il più silenzioso e privato—sia un ritorno a te.
Che si possa passare dal chiedersi
“Cosa penseranno di me?”
al domandarsi
“Cosa sento davvero?”
🌿 Pronta a riconnetterti con la saggezza del tuo corpo?

Se questo messaggio ha risuonato dentro di te… se il tuo corpo ha sussurrato un sì mentre leggevi… ti invito a fare il prossimo passo.
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